Tra la seconda metà degli anni Venti e i primi anni Trenta, terminata la fase di instaurazione della dittatura, Mussolini avvertì la necessità di accellerare la trasformazione della società italiana, da ricostruire e plasmare intorno ai valori esaltati dal fascismo. All'interno di questo progetto, la creazione di un' Italia "fascista", rientrarono sia il tentativo di ottenere il consenso della cul- tura accademica, sia l'accordo con la Chiesa Cattolica. A capo degli intellet- tuali fascisti si pose il filosofo Giovanni Gentile, fautore della riforma scola- stica nel 1923 e direttore dell'Istituto nazionale fascista di cultura, da lui creato nel 1926. I Patti lateranensi, stipulati nel 1929 tra il governo e la Santa Sede, posero invece fine alla "questione romana" e offrirono la pos- sibilità al duce di rafforzare regime. I partiti dell'opposizione, con i loro lea- der perseguitati e costretti all'esilio, cercarono intanto di riorganizzarsi: nel 1927 nacque a Parigi la Concentrazione antifascita, mentre nel 1929 appar- ve il movimento Giustizia e Libertà.
